I Vangeli, si sa, non sono un’agiografia del Cristo e nemmeno la storia dei suoi miracoli. Lo scopo degli evangelisti era diverso. Però è significativo che tra i fatti narrati, esiste il miracolo della resurrezione di Lazzaro, ma non quello di un ringiovanimento. La constatazione forse è priva di importanza e un tal miracolo sarebbe stato inconciliabile con il fine della salvezza. Però, se si considera che la vecchiaia è una malattia, un ringiovanimento non sarebbe stato poi così incoerente. La spiegazione è forse nel significato del “tempo”: un ritorno alla vita è in realtà una nuova vita, e questo è possibile solo come nuova nascita; mentre un ringiovanimento è una infrazione alla legge del tempo, è un violare una legge posta da Dio, ma che Dio stesso non intende violare. Il tempo è cammino verso l’eternità e perciò è inarrestabile. Farlo sarebbe stato il più facile dei miracoli, ma anche una contraddizione. La morte è un’interruzione; un ringiovanimento è un andare indietro, la direzione più anticristiana che si possa pensare. Vero è che il l’innovazione meno appariscente, ma più rivoluzionaria, del Cristianesimo è la visione del tempo diacronico, il contrario del tempo dell’eterno ritorno.
Gli estetisti lo sanno, ma gli illusi della fitness no. Per questo i primi fanno i soldi. I secondi pagano, felici e contenti.