Un destino cinico e baro sembra accanirsi contro il governo italiano e le forze politiche che lo sostengono. Basta citare gli ultimi avvenimenti: · l’inflazione cresce; · la pressione fiscale non diminuisce, nonostante le chiacchiere di premier e ministri; · la crescita economica è tra le ultime d’Europa, ben sotto la media, che, peraltro e per i noti motivi politici comunitari, non è esaltante; · il prezzo del greggio continua a salire e per un paese che ha epidermicamente rinunciato al nucleare, ma non vuol lasciare l’auto in garage nemmeno col coprifuoco, è veramente drammatico; · il tempo diluvia come nella zona dei monsoni; mette in ginocchio regioni dal Sud al Nord, con morti, dispersi, distruzioni e danni incalcolabili e il governo è costretto alla battuta “piove… governo ladro”, prima ancora di dare la stura ai soli scambi “io l’avevo detto e tu non hai sentito”, “io ti ho dato i soldi e tu non li hai spesi”, “io ti ho fatto Magistrato del Po e tu non sei magister”, mentre quello risponde più o meno “fare il magister con tre milioni di stipendio al mese è meno che fare il bidello” e così via…; · la gara Umts dà un gettito metà del previsto, nonostante avvertimenti di esperti che il metodo era sbagliato. Adesso il coniglio marrano che ha perso la carota blatera di usare il bastone della fideiussione di 4 mila miliardi, ben sapendo che giuridicamente le fideiussioni per le gare di appalto non garantiscono l’ente dalla libertà di ritirarsi. Quella fideiussione non è monetizzabile, perché nessun istituto garante è tenuto ad adempiere per casi non previsti. Il governo lo sa che la carta straccia non diventa banconota anche quando la banconota è carta straccia; · il fallimento dell’asta Umts spinge il governo ai massimi ripari: affrettare le privatizzazioni, soprattutto dell’Enel, però tagliando fuori le grandi ex municipalizzate. Insorge l’Aem di Milano e il suo Presidente, ing. Zuccoli, lancia un avvertimento interessato ma non certo privo di fondatezza previsionale: “Così facendo farete un altro flop come con L’Umts”. Il governo è avvertito, ma forse non aspettava altro, per fare marcia indietro sulla minacciata privatizzazione dell’Enel. È vero che quando servono i soldi anche la baronessa va al “Monte di Pietà”, però l’Enel è sempre l’Enel e chi ha il coraggio di privatizzarla dopo che si è lanciata nella telefonia rimettendo nel pubblico ciò che era nato privato? Vedrai che faranno il gioco di Berlusconi, che nella sinistra al potere conta i suoi più proficui e gratuiti alleati. La stupidità paga soprattutto l’avversario. E pensare che basterebbe meditare sul Principe di Machiavelli, un’oretta al giorno, il tempo che Amato dedica al tennis e una ministressa al body building; · nel marzo 2000 il governo D’Alema è alla frutta e il suo grande premier ha una grande pensata populista: blocchiamo l’inflazione (cioè catturiamo l’attenzione di milioni di automobilisti fessi) con un decreto che blocca l’aumento delle tariffe RCAuto, il che è molto più facile che bloccare per decreto l’escalation di incidenti degli sconsiderati automobilisti, e, come non bastasse, aggrava per decreto il meccanismo della liquidazione dei danni biologici provocati da “volante folle”. D’Alema se ne va con quel suo sorrisetto di chi sta gustando una specie di vendetta fredda. D’altra parte gli automobilisti sono milioni e le compagnie di assicurazione meno di un centinaio e si fa presto a incastrarle. Anzi, per mettere le mani sul sicuro, si scatena a giusto tempo anche l’Antitrust, che rifila agli assicuratori una sanzione da 700 miliardi. Sennonché D’Alema ha dimenticato di scrivere nel decreto che agli assicuratori è vietato fare ricorsi. Il primo parte verso Bruxelles con l’eccezione che quel decreto è illegittimo per il diritto comunitario. Letta, un altro ministro che sorride freddo, fiuta il pericolo è inonda il Belgio di montagne di carte, nella speranza che il tempo giochi a favore del governo. Anche il provvedimento Antitrust è impugnato avanti al TAR del Lazio. In un articolo su “ItaliaOggi” del 25 agosto ho scritto che, a mia previsione, gli assicuratori non pagheranno mai una lira di quella megamulta. Il 25 ottobre la Ue, sfogliata la montagna di carta del ministro Letta, emette il suo verdetto: quel decreto D’Alema è illegittimo. Il sorriso di Letta passa dal freddo all’acido. · L’elenco, del tutto incompleto, non finisce qui. I prossimi giorni ne vedremo delle belle. È destino tutto questo? Chi crede alla cabala, agli astri, al determinismo è libero di pensare di sì, ma questo non aiuta il governo, perché chi pensa che esistano i portatori di iella trae la conclusione che sarebbe consigliabile che i governanti, così perseguitati dalla sfortuna e forse essi stessi portatori nemmeno sani, si facciano da parte per il bene loro e degli altri. Noi che non crediamo in simili forze destinali, perché non siamo superstiziosi (non pecchiamo di “idolatria” secondo il vecchio Catechismo di Santa Romana Chiesa) pensiamo che siano tutti errori umani compiuti da “apprendisti stregoni”, roba da “Paperini”, per dirla con i cartoni animati. La conclusione non è diversa. Resta una diagnosi facile: l’arcipelago della sinistra è in effetti un gregge tenuto insieme da cani, però manca il pastore e, si sa, i cani più che abbaiare non possono fare, comunque non saprebbero dove andare.