“Isteresi” è un termine derivato dal greco che significa “venire in ritardo” o anche “effetto tardivo rispetto alla variazione della causa”. Lo usano i fisici, ma anche gli economisti, che in fatto di furti terminologici sono secondi a pochi. Infatti:
–           i macroeconomisti lo impiegano per tentare di spiegare il fenomeno della disoccupazione, che permane pur dopo il rientro da uno shock come se le cause preesistenti al fenomeno negativo continuassero a manifestare effetti tardivi;
–          gli economisti di azienda per spiegare l’effetto della fatturazione per vendita di merci a valori x al tempo t1, ma per contratto concluso al tempo t antecedente rispetto al prezzo di rifornimento delle materie prime impiegate nel processo produttivo acquistate successivamente a quotazioni di mercato nel frattempo variate rispetto al prezzo di fatturazione.
È facile trovare l’enunciazione del fenomeno soprattutto nei bilanci delle società del comparto della metallurgia dei non ferrosi, dove le quotazioni delle materie prime: rame, zinco, alluminio ecc. sono soggette a fenomeni di intensa oscillazione al London Metal Exchange della borsa di Londra (LME) e di speculazioni attivate soprattutto da banche e fondi comuni di investimento con ricorso a derivati privi di sottostanti contratti reali, quindi non hedging.
Ovviamente, il fenomeno non è sempre di segno positivo, perché le quotazioni possono salire e la speculazione, che influenza anche le borse, puntare verso l’alto. Contro i rischi di questi andamenti imprevedibili, le imprese manifatturiere, che intendono evitarli, ricorrono a derivati di mero hedging, al fine di creare una corretta correlazione temporale costi-ricavi, che lascia al produttore il suo guadagno naturale scevro da componenti speculative.
Collateralmente a questo fenomeno si manifesta spesso, soprattutto nelle imprese metallurgiche dei non ferrosi, il differenziale tra valori LIFO del magazzino e prezzi correnti alla chiusura dell’esercizio, in continua oscillazione, spesso anche come effetto del fenomeno speculativo. Il differenziale deve essere enunciato a norma di legge, poiché non incide sui bilanci contabili, ed è impropriamente chiamato da molti operatori “riserva LIFO”, anche se della riserva non ha la natura, perché la continua oscillazione del suo valore, dipendente dall’andamento volatile dei mercati, la rende nemmeno implicita o virtuale. La sua indisponibilità, o meglio non distribuibilità, non deriva solo dalla mancanza di evidenza contabile, quindi priva di ogni natura giuridica, ma anche perché potrebbe coincidere quantitativamente con la scorta minima, sotto la quale l’impresa corre il grave rischio di fermi di produzione o di incapacità a soddisfare richieste non programmate da parte della clientela.
Generalizzando, si può citare l’esempio delle imprese distributrici di energia elettrica e gas, che stipulano contratti annuali a prezzo generalmente fisso e decidono di correre il rischio di rifornirsi in corso d’anno a prezzi variabili. Si può dire che l’isteresi è caratteristica più o meno accentuata di tutti i comparti in cui le imprese non riescono a correlare i tempi di approvvigionamento con quelli di cessione.
Alle banche, dove la “traslazione con cresta” è la regola, eliminando così il rischio alla radice, diventa sgradita la stipulazione di mutui a tasso fisso, che avviene con maggiorazione dei tassi per comprendervi la parte di alea della mancata correlazione.
Il fenomeno è però più accentuato nelle imprese manifatturiere a lungo ciclo di produzione e/o di consegna, i cui processi produttivi assorbono materie prime con elevata incidenza percentuale rispetto al venduto. Vi sono settori in cui la materia prima rappresenta oltre il 50% del venduto e, quindi, il fenomeno di isteresi diventa sensibile, mentre in altri dove prevale il valore aggiunto il rischio di oscillazione può essere valutato come un fenomeno normale e quindi sopportabile senza bisogno di coperture borsistiche o assicurative. Il fenomeno può essere esteso ai settori commerciali caratterizzati dalla prassi “acquisti sul venduto”, quando il “venduto” è contrattato a prezzo fermo e in tempi molto anticipati rispetto all’ “acquisto”.
Risulta evidente dai fenomeni descritti che il significato del termine isteresi varia nelle diverse discipline, anche se il denominatore comune è il trascinamento nel tempo di effetti collegati a cause risalenti a tempi precedenti.
Pietro Bonazza