Bollette di luce e gas al primo posto in Europa. Siamo sempre il meglio nel peggio. Ma va bene tutto, purché gli italiani siano contenti dei loro governanti e dei loro sindacati. Mi si chiederà: ma tu non sei forse italiano? Precisiamo: “Io” (nel senso di uno dei tanti) sono una formica italiana: lavoro come un cretino (dico così per non offendere gli schiavi) per pagare le tasse e le bollette di luce e gas e, come le allieve di “Gino & Michele”, nel mio piccolo mi… incavolo (G&M sono più crudi). Mi piacerebbe scoprire perché io che vivo a Brescia, una città che più formicaio di così si muore e perciò bisognerebbe dichiararla zona franca di tasse “al merito del sudore e del risparmio”, per farmi un caffé autarchico debba pagare di gas quasi il doppio di quel che spende un Von Trotten di Colonia.La spiegazione può essere in parte nella constatazione che in Italia le privatizzazioni sono solo fasulle, perché i mercati di elettricità e gas sono rimasti ancora in stato di monopolio. Cioè un conto è “privatizzare”, che si riduce a trasformare un baraccone di ente statale in società per azioni e altro conto è “liberalizzare”, cioè aprire le utility al libero mercato, talché la concorrenza svolga la sua funzione di mettere le imprese in competizione a vantaggio del consumatore.La diagnosi è corretta e nota a tutti. Non c’è bisogno di essere specialisti per capire che, se si aggiunge alla denominazione l’acronimo “spa”, ma la proprietà continua a detenerla lo stesso padrone, non si è risolto il problema, si sono solo create le premesse per risolverlo; come a dire che per uscire di casa bisogna aprire la porta, ma dopo non si può rimanere in eterno sulla soglia a cantare il ritornello di “armiamoci e… partite”.È giusto riconoscere che le privatizzazioni in Italia sono più difficili che altrove. Le facciamo alla francese o all’inglese? Golden share o no? Nocciolo duro o molle? Aperto al capitale straniero o a quello nazionalistico dei finanzieri sciovinisti nostrani, che per una lira venderebbero la madre (il padre no, perché non sanno chi sia)? E, poi, qualsiasi scelta, giù un diluvio di critiche. Si può capire la ritrosia dei nostri governanti. Quindi, le migliori privatizzazioni sono quelle finte. Ma c’è altro. Noi, dopo che Eni e Snam hanno carotato l’Italia come un emmental, sappiamo con certezza che non abbiamo fonti energetiche e dobbiamo importare tutto, per cui la bolletta risente della nostra sudditanza. Però teniamo in considerazione anche quanto si prende lo stato in tasse, come a dire: calcoliamo la differenza tra bolletta netta e lorda, che al mc. vale 454,3 su 622,5 pretax. Allora il problema è molto più complesso e al tempo stesso più semplice, perché è soprattutto un fatto politico e la politica in Italia soffre di una malattia incurabile: la sclerosi multipla.Noi formiche, nel nostro piccolo un consiglio ci sentiamo di darlo: cantare con Petrolini la famosa cicalata di Gastone e fare come la sua mamma, che lo chiamava “…semplicemente Tone…per risparmiare il gas. ” Siamo o non siamo un popolo di Toni?