I facitori di storia
Memento Audere Semper non è solo un motto dannunziano: è una componente della natura dello spirito umano che si trasmette al corpo; ma l’audacia non va confusa con l’irrazionalità del colpo di adrenalina che certi individui, dimentichi dell’essere, cercano solo in un momento esistenziale, che, spesso, si risolve in suicidio. L’antropologia ci insegna che ci sono uomini apatici, ignavi, parassiti, che spacciano il dolce far niente per una manifestazione di saggezza, una specie di nirvana al limite del vuoto; altri che si giocano ogni momento della vita in cerca dell’impossibile; altri ancora che fanno dell’ “andare oltre” l’impegno costante della vita, come fosse un dovere per sé e per il prossimo, nonostante la consapevolezza della brevità dell’esistere e il rischio di non fare alcun passo avanti. Sono loro i facitori di progresso, che agiscono consapevoli che la vita in comune sia partecipazione a una cooperativa umana.
In margine a questa riflessione, si deve ammettere che le grandi scoperte, sono una benedizione per l’umanità perché accorciano i tempi della storia, ma non la cambiano, perché, anche senza, l’umile audere quotidiano, nel lungo andare, potrebbe portare allo stesso risultato. Però si tratta di un sofisma spesso usato da alcuni storici che, in riferimento, a certi eventi straordinari o a uomini che hanno compiuto imprese eccezionali, talché si usa dire, erroneamente, che hanno “cambiato il corso della storia”, come se fosse possibile ipotizzare un corso alternativo degli eventi, del tipo: “facciamo l’ipotesi che…”. Questo non è ammissibile per il vero storico, che non può ritenere cose diverse da quelle realmente accadute. La storia è descrizione e interpretazione dell’accaduto; l’alternativa non fa parte della storia, ma del romanzo. La storia è ricerca della verità: gli uomini che compiono grandi imprese non cambiano il corso della storia …la fanno.
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(Translation made by an automatic translator)
The makers of history
Memento Audere Semper is not only an D’Annunzio motto: it is a component of the nature of the human spirit that is transmitted to the body; but audacity should not be confused with the irrationality of the adrenaline rush that certain individuals, forgetful to be, seek only in an existential moment, which often turns into suicide. Anthropology teaches us that there are apathetic, ignorant, parasitic men who peddle in laziness for a manifestation of wisdom, a kind of nirvana on the edge of emptiness; others who play every moment of life in search of the impossible; still others who make “going beyond” the constant commitment of life, as if it were a duty for themselves and for others, despite the awareness of the brevity of existing and the risk of not taking any step forward. They are the makers of progress, who act aware that life in common is participation in a human cooperative.
In the margins of this reflection, it must be admitted that the great discoveries are a blessing for humanity because they shorten the times of history, but do not change it, because, even without, the humble daily auditing, in the long run, could bring to the same result. But this is a sophism often used by some historians who, in reference to certain extraordinary events or to men who have made exceptional achievements, so it is used to say, erroneously, that they have “changed the course of history”, as if it were possible to hypothesize an alternative course of events, such as: “let’s assume that …”. This is not admissible for the true historian, who cannot consider things different from what really happened. The story is a description and interpretation of what happened; the alternative is not part of the story, but of the novel. History is a search for truth: men who do great things do not change the course of history … they do it.
