Da qualche anno chi assume la carica di Primo Ministro, manco fosse un marinaio si sente in diritto di sparare la promessa di creare un milione di posti di lavoro. Come non lo dice. Infatti: conta forse “il come”? Importa dirle le cose… a farle c’è tempo!Ma gli italiani che non contano non credono più a nessuno. Fanno male, perché in Italia uno capace di creare lavoro c’è; si chiama Berlusconi e ne ha dato prova. Chi più di lui ha creato lavoro ai giudici, agli avvocati, ai tributaristi, ai tecnici e alle ballerine televisive, alle centinaia di parlamentari che hanno voltato prima la sua gabbana e ora sono pronti a rivoltarla tornando all’ovile di Arcore, non appena avvertono distacco nell’ultimo letto in cui hanno fornicato, ai politici decaduti che stanno riproponendosi in vista delle prossime elezioni, ai maître à penser dal fiato lungo e il pensiero corto. Se il Cavaliere vince, lo spettacolo della transumanza di tutti quelli che seguono la bandiera del “tengo famiglia” è assicurato. Forza Italia, vai “alla grande”! come non possono trattenersi dal dire i giornalisti sportivi senza pannolone nei loro frequenti momenti di incontinenza cerebrale. D’altra parte: perché stupirsi? Non viviamo forse nell’epoca più flessibile della storia? Non ci sono più posti fissi di lavoro. Solo le lucciole hanno il posto fisso: quei pochi metri quadrati, per i quali è ormai maturo il tempo che i Comuni applichino la “tassa di occupazione di suolo pubblico”. Ai disoccupati, un consiglio: andate nelle ricevitorie e nelle tabaccherie del’Enalotto: sono milioni di posti, anzi sono posti da milioni.